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Esplora la capanna arcaica e scopri la vita della società
che sorgeva a San Chirico Nuovo secoli fa

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Esplora la capanna arcaica e scopri la vita della società che secoli fa abitava a San Chirico Nuovo

LA CAPANNA

Il sito di Serra, a San Chirico Nuovo, nel cuore della Provincia di Potenza, è l’area in cui sono state ritrovate le tracce di un’antica capanna arcaica. I resti della dimora, datati alla fine del VI secolo a.C., raccontano molto della vita della comunità che popolava quest’area della Basilicata in tempi lontanissimi.
La popolazione che abitava sulla collina di San Chirico Nuovo aveva organizzato la propria società in gruppi familiari, detti “clan”. Le famiglie vivevano in capanne circolari e si dedicavano all’agricoltura e all’allevamento. In questo luogo strategico, al centro di importanti rotte di scambio, la cultura e l’arte giungevano anche attraverso di oggetti e gli scambi commerciali.

FAI CLIC SUI NUMERI

Come era fatta la capanna?

1
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1

Camino

2

Tetto

3

Ingresso con Portico

4

Buche di palo

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Palo centrale

6

Pareti

7

Fondazione

8

Incannucciata

LA CAPANNA

Il sito di Serra, a San Chirico Nuovo, nel cuore della Provincia di Potenza, è l’area in cui sono state ritrovate le tracce di un’antica capanna arcaica. I resti della dimora, datati alla fine del VI secolo a.C., raccontano molto della vita della comunità che popolava quest’area della Basilicata in tempi lontanissimi.
La popolazione che abitava sulla collina di San Chirico Nuovo aveva organizzato la propria società in gruppi familiari, detti “clan”. Le famiglie vivevano in capanne circolari e si dedicavano all’agricoltura e all’allevamento. In questo luogo strategico, al centro di importanti rotte di scambio, la cultura e l’arte giungevano anche attraverso di oggetti e gli scambi commerciali.

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Game Trailer

Il valore della scoperta

Completa i puzzle e rispondi ai quiz in tempi record.
Prova a ottenere il punteggio massimo!

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4

Episodi da indagare

11

Puzzle da comporre

14

Reperti da scoprire

1

Capanna da esplorare

4

Episodi da indagare

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14

Reperti da scoprire

1

Capanna da esplorare

Scarica la Cartolina

Il videogioco dedicato alla scoperta della capanna arcaica di San Chirico Nuovo

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Il Progetto

Obiettivi del progetto

Hold the Hut è parte di un progetto complessivo di tutela e valorizzazione della capanna di San Chirico Nuovo, a cui partecipano diversi attori istituzionali, realtà private e la comunità locale. Il progetto si basa su diverse azioni e una varietà di prodotti, pensati e realizzati per raccontare e condividere in modo innovativo la storia custodita da questa porzione del patrimonio culturale lucano.

Mission

Hold the hut vuole essere uno strumento divulgativo, capace di diffondere contenuti con il rigore scientifico della ricerca, utilizzando una strategia di engagement basata sul coinvolgimento dell’utente. La finalità di Hold the hut è culturale: far conoscere il patrimonio di San Chirico Nuovo e provare a convincere potenziali visitatori a raggiungere il prezioso reperto della capanna arcaica. 

Questa finalità incrocia anche un altro obiettivo indiretto: avvicinare un pubblico composto da ragazzi e famiglie alla fruizione del patrimonio archeologico locale, condividendo l’esperienza di scoperta e, magari, diventando nuovi promotori del patrimonio culturale. 

Uno strumento al servizio del territorio

Il patrimonio culturale del nostro Paese vanta 4.908 tra musei, aree archeologiche, monumenti ed ecomusei aperti al pubblico. I dati Istat riferiti al 2018 dicono che in un comune italiano su tre è presente almeno una struttura a carattere museale: praticamente una ogni 6 mila abitanti.Ecco perché è importante costruire percorsi di distribuzione del patrimonio culturale. E le nuove tecnologie permettono di ripensare il modello di approccio all’informazione storica. Non significa rinnegare la tradizionale forma di fruizione del patrimonio culturale, ma individuare strategie variegate e linguaggi multipli, capaci di raccogliere la curiosità e costruire affezione. 

A chi si rivolge Hold the hut?

Siamo abituati alla facilità con cui i più giovani utilizzano, sul fronte strumentale, le nuove tecnologie. C’è, tuttavia, ancora un gran bisogno di educazione al digitale: è necessario rendere quegli stessi utenti consapevoli dei nuovi strumenti, così che possano esserne fruitori in sicurezza. 

Tutti i più giovani sanno che cosa significa fare swipe su smartphone e tablet, e nella maggior parte dei casi hanno utilizzano questi dispositivi per giocare. Allora perché non utilizzare una modalità di gestione delle informazioni loro congeniale per trasmettere valore culturale? Perché non permettere un approccio al reperto archeologico secondo un modello di esperienza più affine? 

Hold the hut è un gioco pensato per una fascia di età ampia, ma diretta soprattutto ai più giovani, che potranno trovare nell’esperienza vari aspetti di interesse.

La Realtà Aumentata

La realtà aumentata è la tecnologica attraverso cui è possibile vivere l’ultimo capitolo di Hold the hut

Con questo termine si intende la possibilità, negli anni diventata sempre più sofisticata, di “aggiungere” informazioni alla lettura della realtà, altrimenti non percepibili, attraverso il ricorso a uno strumento intermedio, come lo smartphone. 

Hold the hut sfrutta la realtà aumentata per proporre un’esperienza diversa della conoscenza dei resti della capanna arcaica di San Chirico Nuovo.

L’ultimo episodio del gioco si può, infatti, portare a termine solo raggiungendo il sito archeologico, all’interno della struttura di protezione realizzata al Belvedere del comune lucano.

Scaricato l’applicativo, basterà puntare lo smartphone su uno dei pannelli all’interno della struttura (controlla su quale è posizionato il target!) per attivare la realtà aumentata e cominciare a giocare con la capanna in versione AR.

L’ archeologia preventiva

Il sito di Serra, l’area su cui è stata ritrovata la capanna della fine del VI secolo a.C., occupa le pendici orientali dell’altura di Cugno Notaro che segna verso Nord il limite del comune di San Chirico Nuovo. 

Si tratta di un ampio pianoro, al centro del comprensorio collinare che segna i confini tra l’area lucana e quella pugliese, caratterizzato dalla presenza di alcuni corsi d’acqua e da numerose sorgenti: un sito fondamentale dal punto di vista storico, crocevia di traffici commerciali e strategico per la difesa. 

Nell’area sono stati individuati anche una necropoli (databile fra VI e V sec. a.C.), un abitato di epoca classica e alcune tombe importanti, come quella del guerriero che ha restituito un elmo e uno schiniere di bronzo, oggi esposti al Museo Provinciale di Potenza.

Le caratteristiche di San Chirico Nuovo più vicine a come conosciamo oggi il paese sono probabilmente databili intorno all’anno mille, quando una colonia greco-bizantina si insediò in questi luoghi, scegliendo per denominazione il nome di un santo, Sanctus Quiricus. L’area fu, nei secoli successivi, soggetta alla denominazione sveva, al possesso angioino, all’influenza aragonese e al controllo della vicina Tolve, fino all’indipendenza del 1806, quando San Chirico divenne San Chirico Nuovo. 

La storia di questo luogo attraversa diversi secoli e ci arriva ricca di scoperte e ritrovamenti, molti dei quali consegnano informazioni rilevanti sull’identità e le radici antiche dell’intera Basilicata. 

La capanna arcaica di San Chirico Nuovo è stata oggetto di una scoperta dal valore straordinario, fatta casualmente durante un’operazione di archeologia preventiva. Si tratta dell’attività che permette di rintracciare i reperti prima che vengano inaspettatamente ritrovati durante i lavori per le grandi opere pubbliche, come strade, parchi eolici, oleodotti. L’obiettivo è mettere in sicurezza qualunque ritrovamento storico capiti di fare sul cantiere. 

Ed è esattamente ciò che è successo a San Chirico Nuovo, durante i lavori di costruzione del parco eolico dell’impresa Serra Energie s.p.a.. Nel cantiere sono emersi i resti di una capanna della fine del VI secolo a.C., un’abitazione che si trovava in quest’area almeno 2.500 anni fa. La scoperta ha fornito importanti informazioni, utili a comprendere le abitudini e le attività sociali delle più antiche popolazioni in questa area della Basilicata. 

Con l’accordo del Comune di San Chirico Nuovo e della Soprintendenza per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio della Basilicata, è stato deciso di portare il reperto in un altro punto del paese, dove potesse essere osservato e conosciuto da tutti. La capanna è stata messa in sicurezza e poi portata, in due momenti, nel Belvedere di San Chirico Nuovo, dove è stata riposizionata e protetta da una struttura architettonica, pensata per preservarla dallo scorrere del tempo e dalle intemperie.

Ad effenove s.r.l.s. è stato affidato il progetto di valorizzazione digitale dell’importante patrimonio culturale, attraverso il gioco di Hold the hut, che unisce alle tecniche del gaming il rigore nei contenuti della divulgazione scientifica. 

Il Gioco

Hold the hut è un gioco per smartphone e tablet, con una piccola incursione in realtà aumentata, composto da quattro episodi, ideato e realizzato per la valorizzazione della capanna di San Chirico Nuovo. 

Il gioco permette di conoscere informazioni storiche e curiosità sul reperto della fine del VI secolo a.C. ritrovato in contrada Serra. 

L’obiettivo è conoscere non solo il reperto archeologico, ma anche il contesto in cui si sviluppa la società antica che abitava nell’area a Nord della Basilicata. 

Il primo episodio permette, completando i puzzle e leggendo le informazioni a disposizione, di approfondire gli usi e costumi di una tipica famiglia dell’epoca. 

Il secondo episodio svela i segreti della complessa e delicata operazione di spostamento della capanna arcaica di San Chirico Nuovo da contrada Serra al Belvedere. 

Il terzo episodio è un quiz: rispondendo ad alcune domande è possibile conoscere le tecniche di costruzione delle abitazioni e i materiali usati per renderle sicure. 

L’ultimo episodio permette di approfondire la conoscenza del reperto in realtà aumentata.

Il Progetto

Hold the hut è parte di un progetto complessivo di tutela e valorizzazione della capanna di San Chirico Nuovo, a cui partecipano diversi attori istituzionali, realtà private e la comunità locale. Il progetto si basa su diverse azioni e una varietà di prodotti, pensati e realizzati per raccontare e condividere in modo innovativo la storia custodita da questa porzione del patrimonio culturale lucano.

Hold the hut vuole essere uno strumento divulgativo, capace di diffondere contenuti con il rigore scientifico della ricerca, utilizzando una strategia di engagement basata sul coinvolgimento dell’utente. La finalità di Hold the hut è culturale: far conoscere il patrimonio di San Chirico Nuovo e provare a convincere potenziali visitatori a raggiungere il prezioso reperto della capanna arcaica. 

Questa finalità incrocia anche un altro obiettivo indiretto: avvicinare un pubblico composto da ragazzi e famiglie alla fruizione del patrimonio archeologico locale, condividendo l’esperienza di scoperta e, magari, diventando nuovi promotori del patrimonio culturale. 

Il patrimonio culturale del nostro Paese vanta 4.908 tra musei, aree archeologiche, monumenti ed ecomusei aperti al pubblico. I dati Istat riferiti al 2018 dicono che in un comune italiano su tre è presente almeno una struttura a carattere museale: praticamente una ogni 6 mila abitanti.Ecco perché è importante costruire percorsi di distribuzione del patrimonio culturale. E le nuove tecnologie permettono di ripensare il modello di approccio all’informazione storica. Non significa rinnegare la tradizionale forma di fruizione del patrimonio culturale, ma individuare strategie variegate e linguaggi multipli, capaci di raccogliere la curiosità e costruire affezione. 

Siamo abituati alla facilità con cui i più giovani utilizzano, sul fronte strumentale, le nuove tecnologie. C’è, tuttavia, ancora un gran bisogno di educazione al digitale: è necessario rendere quegli stessi utenti consapevoli dei nuovi strumenti, così che possano esserne fruitori in sicurezza. 

Tutti i più giovani sanno che cosa significa fare swipe su smartphone e tablet, e nella maggior parte dei casi hanno utilizzano questi dispositivi per giocare. Allora perché non utilizzare una modalità di gestione delle informazioni loro congeniale per trasmettere valore culturale? Perché non permettere un approccio al reperto archeologico secondo un modello di esperienza più affine? 

Hold the hut è un gioco pensato per una fascia di età ampia, ma diretta soprattutto ai più giovani, che potranno trovare nell’esperienza vari aspetti di interesse.

La Realtà Aumentata

La realtà aumentata è la tecnologica attraverso cui è possibile vivere l’ultimo capitolo di Hold the hut

Con questo termine si intende la possibilità, negli anni diventata sempre più sofisticata, di “aggiungere” informazioni alla lettura della realtà, altrimenti non percepibili, attraverso il ricorso a uno strumento intermedio, come lo smartphone. 

Hold the hut sfrutta la realtà aumentata per proporre un’esperienza diversa della conoscenza dei resti della capanna arcaica di San Chirico Nuovo.

L’ultimo episodio del gioco si può, infatti, portare a termine solo raggiungendo il sito archeologico, all’interno della struttura di protezione realizzata al Belvedere del comune lucano.

Scaricato l’applicativo, basterà puntare lo smartphone su uno dei pannelli all’interno della struttura (controlla su quale è posizionato il target!) per attivare la realtà aumentata e cominciare a giocare con la capanna in versione AR.

L’ archeologia preventiva

Il sito di Serra, l’area su cui è stata ritrovata la capanna della fine del VI secolo a.C., occupa le pendici orientali dell’altura di Cugno Notaro che segna verso Nord il limite del comune di San Chirico Nuovo. 

Si tratta di un ampio pianoro, al centro del comprensorio collinare che segna i confini tra l’area lucana e quella pugliese, caratterizzato dalla presenza di alcuni corsi d’acqua e da numerose sorgenti: un sito fondamentale dal punto di vista storico, crocevia di traffici commerciali e strategico per la difesa. 

Nell’area sono stati individuati anche una necropoli (databile fra VI e V sec. a.C.), un abitato di epoca classica e alcune tombe importanti, come quella del guerriero che ha restituito un elmo e uno schiniere di bronzo, oggi esposti al Museo Provinciale di Potenza.

Le caratteristiche di San Chirico Nuovo più vicine a come conosciamo oggi il paese sono probabilmente databili intorno all’anno mille, quando una colonia greco-bizantina si insediò in questi luoghi, scegliendo per denominazione il nome di un santo, Sanctus Quiricus. L’area fu, nei secoli successivi, soggetta alla denominazione sveva, al possesso angioino, all’influenza aragonese e al controllo della vicina Tolve, fino all’indipendenza del 1806, quando San Chirico divenne San Chirico Nuovo. 

La storia di questo luogo attraversa diversi secoli e ci arriva ricca di scoperte e ritrovamenti, molti dei quali consegnano informazioni rilevanti sull’identità e le radici antiche dell’intera Basilicata. 

La capanna arcaica di San Chirico Nuovo è stata oggetto di una scoperta dal valore straordinario, fatta casualmente durante un’operazione di archeologia preventiva. Si tratta dell’attività che permette di rintracciare i reperti prima che vengano inaspettatamente ritrovati durante i lavori per le grandi opere pubbliche, come strade, parchi eolici, oleodotti. L’obiettivo è mettere in sicurezza qualunque ritrovamento storico capiti di fare sul cantiere. 

Ed è esattamente ciò che è successo a San Chirico Nuovo, durante i lavori di costruzione del parco eolico dell’impresa Serra Energie s.p.a.. Nel cantiere sono emersi i resti di una capanna della fine del VI secolo a.C., un’abitazione che si trovava in quest’area almeno 2.500 anni fa. La scoperta ha fornito importanti informazioni, utili a comprendere le abitudini e le attività sociali delle più antiche popolazioni in questa area della Basilicata. 

Con l’accordo del Comune di San Chirico Nuovo e della Soprintendenza per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio della Basilicata, è stato deciso di portare il reperto in un altro punto del paese, dove potesse essere osservato e conosciuto da tutti. La capanna è stata messa in sicurezza e poi portata, in due momenti, nel Belvedere di San Chirico Nuovo, dove è stata riposizionata e protetta da una struttura architettonica, pensata per preservarla dallo scorrere del tempo e dalle intemperie.

Ad effenove s.r.l.s. è stato affidato il progetto di valorizzazione digitale dell’importante patrimonio culturale, attraverso il gioco di Hold the hut, che unisce alle tecniche del gaming il rigore nei contenuti della divulgazione scientifica. 

Il Gioco

Hold the hut è un gioco per smartphone e tablet, con una piccola incursione in realtà aumentata, composto da quattro episodi, ideato e realizzato per la valorizzazione della capanna di San Chirico Nuovo. 

Il gioco permette di conoscere informazioni storiche e curiosità sul reperto della fine del VI secolo a.C. ritrovato in contrada Serra. 

L’obiettivo è conoscere non solo il reperto archeologico, ma anche il contesto in cui si sviluppa la società antica che abitava nell’area a Nord della Basilicata. 

Il primo episodio permette, completando i puzzle e leggendo le informazioni a disposizione, di approfondire gli usi e costumi di una tipica famiglia dell’epoca. 

Il secondo episodio svela i segreti della complessa e delicata operazione di spostamento della capanna arcaica di San Chirico Nuovo da contrada Serra al Belvedere. 

Il terzo episodio è un quiz: rispondendo ad alcune domande è possibile conoscere le tecniche di costruzione delle abitazioni e i materiali usati per renderle sicure. 

L’ultimo episodio permette di approfondire la conoscenza del reperto in realtà aumentata.

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